Conflitto di interessi a Sheffield tra “diritto di spogliarsi” e dignità femminile.
Un caso che farà discutere. A Sheffield, centro industriale del Regno Unito, le Femministe hanno scatenato la guerra contro un club in cui si svolgono spettacoli di spogliarello.
I gruppi femministi hanno anche assoldato alcuni investigatori privati per provare che gli spettacoli non si limitavano alla parte per così dire “estetica”, ma le spogliarelliste avrebbero anche eseguito alcuni “toccamenti” su parte del pubblico maschile presente.
La protesta è sfociata nella richiesta di chiusura del locale. A questo punto si è verificata la reazione da parte delle “strippers”, ovvero le donne che si spogliano durante gli spettacoli.
Le lavoratrici hanno dato vita anche a cortei e festose manifestazioni pubbliche per difendere il loro “diritto di spogliarsi”. A questo punto il boccino è passato nelle mani del Comune di Sheffield, il quale ha deciso di non prendere provvedimenti di chiusura.
La riunione del Consiglio Comunale di Sheffield ha visto sfilare rappresentanti delle due parti in qualità di testimoni. Le spogliarelliste hanno sostenuto di essere state oggetto di “rigetto e tattiche di pornovendetta” da parte delle Femministe, sostenendo in pratica di essere rispettate maggiormente dagli uomini che dalle Femministe stesse.
Le Femministe da parte loro non rinunciano alla tesi che lo spogliarello rientri nella sfera dell’oggettificazione della donna. E promettono di proseguire la lotta per ottenere la chiusura del locale.
C’è da chiedersi quanto di “materialistico” ci sia stato nella reazione delle spogliarelliste. Ovvero se veramente abbiano difeso un diritto a esprimere la loro femminilità, oppure abbiano semplicemente difeso il posto di lavoro.