Ricerca di Verità e Informazione, invocate già da Tertulliano

Ricerca di Verità e Informazione, invocate già da Tertulliano

Verità e informazione sono legate, lo sosteneva anche Tertulliano nel II secolo.

Nel mondo dei social è quanto mai attuale l’attrito che spesso si constata tra Verità e Informazione (scritte con la maiuscola). Due aspetti importanti che al contrario dovrebbero marciare di pari passo.

In discussione non è infatti “soltanto” l’informazione senza verità. Purtroppo quello è un lato oscuro che risponde a logiche perverse legate al tentativo di forzare la libertà di pensiero. Protagonista del conflitto sono l’insufficienza della Verità e la scarsa coscienza nell’informazione. Il che rappresenta un problema ancor più pericoloso perché strisciante.

Se analizziamo per prima la Verità, scopriamo che essa non è un bene che riceviamo gratuitamente: lo dobbiamo conquistare attraverso la conoscenza. Si tratta di una prassi che viene adottata anche nelle discipline spirituali e in Religione. Prima di affermare che una cosa sia vera dobbiamo averla valutata. E valutandola dobbiamo arrivarne alla conoscenza.

Ovviamente non si arriverà praticamente mai a conquistare la Verità assoluta. Ma è già importante ad acquisire una verità convincente per la nostra coscienza.

Solo a quel punto ci si può spingere a fare o ricevere in modo appropriato informazione. Un’informazione che va anch’essa valutata sulla base della conoscenza dell’argomento, e non interpretata di pancia.

Il passato, il presente e il futuro

Un esempio calzante lo troviamo in questo periodo di “segregazione” per gli effetti della pandemia. Riceviamo un’informazione che spesso non è quella che ci aspettiamo. Vengono cancellati alcuni nostri diritti in funzione di diritti maggiori. È logico quindi che se reagiamo di “pancia” lasciamo libero sfogo ai nostri egoismi, i quali si camuffano da esigenze improcrastinabili.

La soluzione può dunque essere solo l’acquisizione di una verità convincente sulla base del filtro della coscienza dopo aver approfondito la conoscenza del problema.

Nel II secolo dopo Cristo, Tertulliano, prima della deriva che lo portò ad abbracciare il Montanismo, si occupò da avvocato quale era, alla difesa dei Cristiani. Questi erano perseguitati, anche nei momenti meno acuti delle soffocazioni cruente, solo per il fatto di essere tali.

Fu Traiano, rispondendo a un’interrogazione di Plinio il Giovane, a instaurare questo sistema. Tertulliano quindi chiese per i Cristiani lo stesso trattamento riservato a tutti gli altri inquisiti. Sostenne che prima di condannarli solo perché Cristiani, l’inquisitore avrebbe dovuto informarsi sulla natura di questa fede.

Si riscontra quindi la necessità di indagare e di conoscere prima di giudicare. Un importante indicazione che subordina la sicurezza del vero alla conoscenza.

Qual è quindi il messaggio che ci giunge? Ogni informazione va valutata sul misurino della conoscenza. Mai esprimersi se non si conosce la materia. E neppure giudicare, cedendo alla tentazione di apparire edotti sui social, condizione che va in questi casi anch’essa contro la Verità.

Un percorso che se fosse seguito sia da coloro che fanno informazione e da quelli che la ricevono contribuirebbe a rendere tutto più facile e sereno.

 

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