Alla fine il Pentagono ha deciso di pubblicare sul sito della Difesa tre video che riguardano gli UFO (Unidentified Flying Object). Tutti i ricercatori si sono dovuti arrendere: non si tratta di alieni ma di fenomeni aerei, sebbene non ancora spiegabili. Vediamo qual è la differenza.
Per vincere ogni legame con un passato in cui si sono moltiplicate le speculazioni ritenute ormai quasi unanimemente erronee, cambierà anche il nome che definisce quelli che finora abbiamo chiamato UFO.
Si chiamano UAP
Il nuovo nome, più corretto dal punto di vista tecnico è UAP (Unidentified Aerial Phenomena), ovvero Fenomeni Aerei non identificati. La differenza sostanziale sarebbe il fatto che questi “oggetti” potrebbero non essere oggetti, e che certamente non volano in modo spontaneo o intelligente.
È stata assunta questa nuova denominazione dopo il vaglio da parte degli studiosi di tutti i fenomeni ravvisati a partire dal primo avvistamento in Canada nel 1792 (anno della Rivoluzione Francese).
Sarebbero UAP anche le manifestazioni luminose che si vedono occasionalmente in Norvegia, ovvero le luci di Hessdalen, alle quali, appunto, non si è ancora riusciti a dare una spiegazione scientifica.
Il nome attribuito nei vari Paesi a questi fenomeni era troppo vicino ad un’idea che li accostava a effetti alieni. Ormai il termine UFO era divenuto un appellativo per indicare astronave aliena.In Italia si definivano “Dischi Volanti”, o Oggetti Volanti non Identificati (OVNI). Medesimo acronimo, quest’ultimo, adottato dai Francesi (Objets Volants non Identifiés). È sorta anche una disciplina che stava arrivando a pretendere l’affiliazione quale scienza: l’Ufologia.
In alcuni casi gli UAP sarebbero in realtà detriti o frammenti spaziali. Altri avvistamenti si riferirebbero a semplici luci. In molte occasioni gli “ex-Ufo” sono stati scambiati per riflessi. E così via.
Sono stati vagliati anche gli avvistamenti riferiti dagli astronauti della ISS. Dai loro oblò hanno osservato alcuni fenomeni che sono compresi nella categoria UAP.
Il problema dell’esistenza della vita fuori dalla Terra
Non dovremo quindi preoccuparci di un’invasione aliena, ma piuttosto di studiare i fenomeni per capire a cosa vanno ricondotti.
Allo stato attuale delle nostre conoscenze, inoltre, gli esopianeti, ovvero quei “mondi” ove sarebbe possibile lo sviluppo della vita non convincono pienamente i ricercatori. Seppure siano locati in orbite appropriate attorno alla loro stella, mancano quasi tutti di alcuni requisiti. Sono inoltre troppo lontani dalla Terra da far prendere in considerazione la possibilità di un viaggio, che dovrebbe svolgersi a velocità superiori a quelle della luce. Cosa che lo stato attuale della ricerca reputa impossibile.
Un altro fattore riguarda il tipo di vita di cui intendiamo parlare. Se ci riferiamo a semplice vita nei termini della sopravvivenza, in realtà gli “alieni” li avremmo già trovati. Almeno teoricamente è possibile che esistano microorganismi anche su pianeti del nostro stesso sistema solare. Un’altra cosa, ben più diversa, è la vita intelligente. In questo caso si aprirebbero molti scenari, non ultimo quello della proiezione antropomorfa dei potenziali alieni. Sarebbe da escludere che essi abbiano caratteristiche fisiche simili alle nostre.
Tutte queste considerazioni si allontanano però dalle maggiori priorità di ricerca, con la caduta del “mito degli UFO”. Si ritorna quindi a rivalutare la Filosofia. Siamo soli nell’Universo? Siamo frutto di un caso?