Come cambia la Scienza!
Sono certo che la maggior parte delle persone siano convinte che la definizione di Scienza sia ancora ferma ai principi stabiliti con Galileo.
Non ci si deve confondere. Con Galileo nacque (o meglio prese il via) la prima definizione sistematica di Scienza. Prima del XVI secolo tutto il sapere era definito scientifico. E non a caso rientravano nella Scienza anche discipline quali la Magia, l’Astrologia, l’Alchimia, ecc.
Con Galileo si scoprì il concetto di scienza sperimentale. E si stabilì che ogni esperimento dovesse poter essere riprodotto.
Da allora però è scorsa tanta acqua sotto i ponti. È mutato addirittura il concetto di scienziato. Se una volta le scoperte potevano essere fatte da una mente eccelsa, oggi assistiamo sempre più a successi di equipe. Siamo sinceri: non esiste più un Leonardo da Vinci, o, appunto un Galileo Galilei. Non può esistere per la vastità delle discipline, ma anche per la contemporanea specializzazione imposta in conseguenza dalla scuola.
Possiamo avere, anche se sempre più raramente, qualche mente eccelsa che crea uno spunto e dona un’intuizione (mi riferisco ad Einstein, per esempio), ma non costituiscono più la regola.
Oggi la Conoscenza (con la “C” maiuscola) si basa sempre più spesso su teorie. Ovvero su intuizioni che non possono essere dimostrate materialmente attraverso esperimenti ripetibili.
Mi riferisco in particolare ai campi della Fisica, dell’Astrofisica, dell’Astronomia. Ma anche in tutte le altre discipline siamo giunti ad un punto in cui le osservazioni vengono dimostrate attraverso calcoli matematici e estensioni logiche.
Non possiamo più definire Scienza solo quanto possiamo “toccare con mano”. Dobbiamo quindi modificare la nostra immagine del moderno sapere. Se definissimo Scienza tutto quanto possiamo dimostrare con esperimenti ripetibili dovremmo escludere praticamente tutte le discipline che oggi chiamiamo scientifiche.
Non dovremmo considerare scienza la teoria dei buchi neri, della relatività, le ipotesi quantistiche, l’esistenza stessa delle particelle così come noi le concepiamo per “far quadrare” le nostre conoscenze in materia.
Senza parlare di Filosofia, Medicina, Psicologia e Psichiatria.
È evidente che sia quindi urgente una nuova definizione di Scienza. Ma anche se molti non lo sanno, questa definizione c’è già.
Di fatto è quanto hanno attuato studiosi e ricercatori per continuare (molto giustamente) a potersi chiamare scienziati.
La Scienza, oggi, è una riflessione fatta attraverso una logica stringente.
Con questa definizione sdoganiamo la ricerca seria, escludiamo tutto ciò che è assolutamente fuori da uno schema mentale, come quello sperimentale, che oggi ingabbierebbe il progresso scientifico.
Ciò ovviamente non esclude la sperimentazione, che costituisce comunque un passo importante, ma che per forza di proigresso non può più essere assoluta.
La stessa scienza del pensiero ha iniziato a mettere in dubbio la certezza del risultato sperimentale. Il filosofo Karl Popper ha fatto di questo argomento un suo cavallo di battaglia con il Falsificazionismo. E ciò proprio nell’ambito della ricerca di un nuovo metodo scientifico. Con buona pace dei post-illuministi.