Dopo il discorso del sovrano dichiarazione di indipendenza più vicina
La Generalitat è compatta. La Sindaca di Barcellona dichiara: “Dopo le violenze con Rajoy non si può trattare”.
La posizione degli indipendentisti catalani mostra la delusione e la rabbia verso lo Stato spagnolo. Si aspettavano un messaggio meno duro da parte del Re, il quale secondo i catalani avrebbe dovuto accennare almeno alle violenze perpetrate dalla Guardia Civil nei confronti dei manifestanti.
Lo attendevano per ottenere una sorta di giustificazione indiretta, ma forse anche per aprire un altro versante della trattativa, che avrebbe potuto portare a Stati diversi (Spagna e Catalogna) sotto un unico Re, sul modello britannico. Insomma una sorta di Regno Unito Iberico.
È pur vero che le proposte separatiste hanno sempre contenuto la prerogativa repubblicana, ma nella fase attuale questa soluzione avrebbe potuto essere almeno valutata.
Evidentemente Re Felipe non ci crede. Ed ha scelto la via del muro contro muro. Probabilmente confortato dalla legittimità costituzionale della sua posizione.
Lo sciopero generale di ieri
La conseguenza è stata però di compattare ancora di più il fronte indipendentista. E di lasciare poche alternative alle autorità catalane.
Anche la base si è schierata compatta contro il governo centrale. L’esito della manifestazione di ieri, con relativo sciopero generale ha coinvolto la quasi totalità della popolazione.
Il calciatore blaugrana Piqué, che aveva mostrato un volto umano e addolorato con le lacrime di ieri, è divenuto con i suoi social, una bandiera indipendentista.
Le squadre di calcio catalane, Barcellona, Girona e Espanyol parlano apertamente di cambiare campionato. Si registrano infatti prese di posizione da parte dei dirigenti, del tipo: “Non saremo la prima squadra a giocare in un campionato straniero“.
Ritornando ai fatti politici, le parole che sono volate sono di una violenza assoluta. Il Re ha definito il comportamento delle autorità catalane “di una slealtà inaccettabile“.
La Sindaca di Barcellona Ana Colau ha risposto: “Parole indegne di un Sovrano“.
L’unica via di uscita sarebbe l’acquiescenza da parte di Madrid allo svolgimento di un Referendum istituzionale sull’indipendenza catalana. Lo ha proposta la Sindaca di Barcellona, cosa al momento poco probabile.
C’è da aggiungere che la posizione di Ana Colau è sintetizzata dalla scheda bianca posata dalla Sindaca nell’urna. Non è indipendentista, ma ha dichiarato: “Sono in favore dei diritti e delle libertà. Votare dev’essere possibile, sempre. La Catalogna deve poter votare. Come può la politica non ascoltare la voce del popolo?“.