Attacco alla Mosche dell’Imam radicale
Londra – È poco più dell’1.00 di questa mattina quando un camion viene condotto all’impazzata nella Seven Sisters Road. La zona è quella di Finsbury Park, nei pressi della Moschea del Terrore.
Il bilancio provvisorio delle vittime è di 10 feriti e un morto, il cui decesso potrebbe essere slegato dalla vicenda ma avvenuto per un malore.
Nella moschea oggetto dell’attacco predicava l’Imam del Terrore, ovvero colui che si è lasciato andare a dichiarazioni oltranziste.
Questo ennesimo atto terroristico che si è verificato nella zona settentrionale della capitale britannica, avviene quindi a ruoli invertiti. E significativamente vengono utilizzate le stesse tecniche dei terroristi islamici. Autore del gesto è stato un uomo bianco, di 48 anni, che ha agito isolato al grido: “Voglio uccidere i musulmani”.
Atto terroristico e dimostrativo
Chiaramente si tratta di un atto criminale con alto contenuto dimostrativo.
Il clima si surriscalda. E lo fa anche sul versante di coloro che fino a questo momento sono state le vittime.
Gesto isolato, certo. Come gesti isolati si possono definire quelli perpetrati con le stesse tecniche, nonostante le rivendicazioni dell’Isis che, come sempre vengono ampiamente filtrate dagli analisti dei nostri Servizi di Informazione.
Ne deriva un nuovo strano ma pericoloso motivo di lotta. Una guerra che vede contrapposti idealisti delle fazioni rivali, che agiscono motu-proprio. Segno di una tensione che potrebbe sfuggire di mano.
L’atto è altamente significativo, come dicevamo, e potrebbe innescare un effetto domino per nulla rassicurante. Uno stato di guerra permanente e non dichiarato che non lascerebbe al sicuro nessuno.
Ad avvantaggiarsi di questo stato di cose sarà certamente la strategia del terrore messa in atto dall’Isis. ma per la prima volta viene attentata la vita degli islamici emigrati in terra straniera, con un attacco aperto ed esplicitamente violento. Una spirale senza controllo.