Confermato il 2,4% solo per il 2019. Nel biennio successivo scenderà
Il “diktat” di Di Maio, pronunciato dal leader pentastellato solo ieri, è stato di fatto smentito dal governo giallo-verde.
Dopo la tempesta finanziaria scatenata dall’Europa all’annuncio che il deficit sarebbe restato invariato nella misura del 2,4% per 3 anni, l’esecutivo ha dovuto correggere il tiro.
È arrivata infatti la conferma che nel 2020 sarà del 2,2% mentre già nel 2021 rientrerà nei parametri del 2%. Si tratta quindi di un dietrofront che implicherà probabilmente una limitazione degli impegni assunti in campagna elettorale.
I mercati hanno reagito positivamente, e lo spread sui Bond è sceso di 20 punti posizionandosi a quota 285.
Nel frattempo si registra una dichiarazione distensiva di Paolo Savona, ormai ex grande nemico dell’Euro. Il Ministro per gli Affari Europei, dopo 5 mesi di incarico ha affrontato la sua prima trasferta a Strasburgo. E ha vestito i panni del moderato, tranquillizzando il Parlamento continentale: “Macché lira, si resta nell’euro”.
Insomma la “Battaglia d’Europa” pare avviarsi verso il cessate il fuoco. Ma l’impressione è quella che le bordate provenienti da Bruxelles abbiano scosso molte certezze del governo Conte-Salvini-Di Maio.