Una vicenda tragica sporcata ulteriormente da lati oscuri.
La notizia della morte violenta di Mario Cerciello Rega, il Vice-Brigadiere dei Carabinieri trucidato da due tossicodipendenti statunitensi contiene molteplici motivi di riflessione. Alcuni tra i quali non sono stati affrontati dai media.
In primis, al di là della professione del giovane, occorre rimarcare che si tratta di un tipico “figlio del popolo”. Un ragazzo che non ha voluto, oppure potuto accedere in Accademia, e neppure al Corso per Marescialli. Ha scelto di costruire la propria carriera dal “basso”. Un uomo che a detta di coloro che lo conoscevano ha sempre dimostrato umanità. Un giovane che da poco aveva realizzato il proprio sogno di costruire una famiglia che avrebbe mantenuto dignitosamente col suo lavoro.
Ora questa bella storia si è interrotta, lasciando spazio ad una vicenda per molti versi controversa quanto cruenta. Immediatamente avvelenata da uno sciacallaggio politico partito da una parte e alimentato dall’altra. E poi la brutta storia della benda. Il tutto che rischia di far passare in secondo piano l’aspetto umano della vicenda.
Ora si inserisce un altro pericolo strumentale. Da un paese come gli USA, le cui forze di polizia non hanno certo i vincoli di rispetto della persona a cui si attengono le nostre, partiranno accuse. Gli Stati Uniti, che concedono l’uso delle armi in modo assolutamente facilitato, che hanno un concetto allargato di difesa personale, che arriva quasi all’offesa, si sentiranno autorizzati a usare questo caso tragico a beneficio di loro connazionali.
Il concetto di “civis romanus sum” noi lo abbiamo superato da millenni. E già allora non esulava da quello di Giustizia (con la “G” maiuscola). Per gli Americani avere il passaporto USA equivale forse e invece ad un “lasciapassare”. Verso cosa non si sa… .
Pare a chi scrive che l’impegno di ogni Italiano debba essere quello di concentrarsi sull’essenza dei fatti. Senza cedere alle lusinghe di strumentalizzazioni politiche, che sporcherebbero il senso alto della DIGNITÀ. Per una volta tutti uniti e tutti insieme, vicini a Mario e ai nostri Carabinieri.