Hanno di fatto segnato il passaggio dai rotoli ai “codici”
Secondo quanto ritengono gli storici, con la conferma autorevole di Konrad Schmid e Jens Schröder nel loro libro La formazione della Bibbia. Dai primi testi alle Sacre Scritture, i primi Vangeli furono diffusi su “codici”, ovvero con una rilegatura antesignana di quella attualmente adottata per i moderni libri.
Si nota infatti che le più antiche scritture relative all’Antico Testamento, sono state quasi esclusivamente reperite su supporto in pergamena o papiro e avvolte in rotoli, mentre i Vangeli e tutte le altre Scritture del Nuovo Testamento sono codici.
Le Scritture neo-testamentarie erano, per così dire, edite, in piccoli volumi prevalentemente alti circa 15 cm. e mai superiori a 25 cm. Tutto ciò fa pensare che questi testi accompagnassero costantemente i fedeli che erano in grado di leggere in greco koiné, perché fu in questa antica lingua che i Vangeli sono stati scritti.
In un primo tempo, questi antesignani dei nostri libri, contenevano un solo Vangelo, ma successivamente si diffusero testi comprendenti due, tre o anche tutti e quattro gli scritti degli evangelisti. Infine apparvero codici che raccoglievano anche Atti degli Apostoli e Apocalisse.
La diffusione dei Vangeli
Dobbiamo inoltre considerare che nel I secolo d.C. la diffusione dei testi era molto lenta per la difficoltà di scrittura e di copiatura, ma anche per la scarsa fretta a mettere per iscritto in quanto le persone capaci a leggere non erano molte.
I Vangeli si diffusero solo nella seconda metà del I secolo d.C. e perciò a distanza di almeno tre decenni dalla morte di Gesù. Si suppone infatti che la Scrittura neo-testamentaria più antica di cui si abbia notizia sia probabilmente la Prima Lettera di San Paolo ai Tessalonicesi, databile nei primi anni del quinto decennio d.C., periodo in cui si credeva ancora in un ritorno imminente di Gesù.
Occorre poi prendere atto di un fatto importante, ovvero del forte impatto che ebbe la repressione operata da Tito che culminò nella distruzione di Gerusalemme nel 70 d.C. e della presa di Masada nel 74 d.C.
Questo evento bellico causò di fatto il cessare della opposizione fattiva degli Ebrei sui primi Cristiani. Roma infatti distrusse il secondo Tempio e instaurò il paganesimo. La stessa Gerusalemme venne rasa al suolo e risorse con un nome romano: Aelia Capitolina. Fu un evento altamente provocatorio, in quanto avrebbe voluto azzerare le suggestioni escatologiche circa la Gerusalemme Celeste, imponendo un nome inneggiante al Sol Invictus (Aelia).
Con la repressione romana ad opera di Tito ebbe termine anche la comunità essena di Qumran, e con essa la alacre copiatura di testi sacri, dimostrata dai ritrovamenti dei manoscritti del Mar Morto.