La stagione degli … errori
La stagione politica che ha compreso gli ultimi 70 anni ha prodotto alcuni equivoci. Molti tra essi condizionano ancor oggi una corretta interpretazione di tante espressioni politiche.
Maturò nei primi anni di questo periodo lungo 14 lustri una tensione semantica e di significati volta a criminalizzare ogni velleità anche solo apparentemente anti-democratica. Ne derivò per conseguenza anche una a tratti eccessiva e preventiva condanna di idee che potessero anche solo filosoficamente essere accostate a decisioni politico-amministrative assunte durante il ventennio fascista. A prescindere da qualità, buonafede o efficacia.
Il padre di tutti gli errori
Fu a partire da questo periodo che si assunsero le equazioni Destra=Fascismo, e Corporativismo=Autoritarismo. Si tratta comunque, ed è evidente, di un falso storico nel primo caso, e di una pura e semplice incongruenza nel secondo.
Sebbene siano oggi espressioni obsolete e esempi di contenuti superati, Destra e Sinistra non possono né devono essere intese come sinonimi di Fascismo e Comunismo. Esistono al loro interno sfumature che rivelano universi in alcuni casi simili tra loro, ma ovviamente altre anche distanti anni luce. In ambiti che partono da posizioni anche molto moderate e centriste.
Un’analisi che non sta in piedi
Se diffondiamo l’idea che Destra possa essere sinonimo di Fascismo avremmo la responsabilità storico-culturale di averne deviato i significati. Sarebbe come sostenere che sarebbero fascisti personaggi quali Camillo Benso Conte di Cavour e Bettino Ricasoli. O comunisti, politici come Urbano Rattazzi.
Le posizioni di questi Presidenti del Consiglio del Regno d’Italia sono notoriamente collocabili nell’ambito del Conservatorismo, ma in quota di Liberalismo per quanto riguarda il primo. Il secondo fu invece alfiere del Neo-Guelfismo giobertiano. L’ultimo fu esponente della Sinistra storica che dette vita con Cavour ad una specie di compromesso storico ante-litteram: il Connubio. E vediamo bene che quindi, l’equazione diviene assurda.
Corporativismo e rappresentanza delle forze del lavoro
Un’ancora maggiore attenzione merita il Corporativismo. Si tratta in realtà di un’organizzazione sociopolitica che raggruppa gli individui, ma anche i soggetti sociali in base a legittimi interessi. Durante il Fascismo fu assurta a organo di governo. La sua espressione fu la Camera dei Fasci e delle Corporazioni. Era formata dai rappresentanti delle forze del lavoro e delle risorse.
In chiave moderna, l’idea del Corporativismo è sostenuta esclusivamente dalla Destra Sociale. Essa rivendica a gran voce la propria vocazione nella difesa dei valori dell’uomo e dei lavoratori. E Respinge contemporaneamente un’idea di esclusività di questo tipo di tutela riconosciuta solo alla Sinistra.