- Una vicenda mai spiegata
Dopo la vergognosa fuga del Re Vittorio Emanuele III che nella notte tra l’8 e il 9 settembre 1943 lasciò Roma in direzione Brindisi per rifugiarsi nella zona già controllata dagli Alleati, l’Italia si trovò in una condizione pericolosa e difficile, ma anche imbarazzante.
Sul Re pesano le pesanti accuse della Storia. La prima è ovviamente la sua adesione al Fascismo, nonostante il suo rapporto col repubblicano Mussolini fosse piuttosto ambiguo. Sotto l’aspetto sostanziale gravano sul monarca soprattutto la sua firma sulle leggi razziali e la ignominiosa fuga.
Il fatto formale
Ma il 13 ottobre avvenne un fatto tutt’altro che banale. Tanto è vero che si ebbe una risposta in termini formali e sostanziali dai governi delle nazioni Alleate. Fu in quel giorno che Re Vittorio Emanuele III nelle sue funzioni di legittimo Capo di Stato del Regno d’Italia firmò e promulgò la Dichiarazione di Guerra dell’Italia contro la Germania.
I governi Alleati presero atto di questa azione formale e dichiararono l’Italia Paese cobelligerante.
Questo status ha messo di fatto l’Italia come Paese Alleato in guerra contro il Terzo Reich. E tutte le azioni di militari italiani dal 13 ottobre 1943 alla fine della Seconda Guerra Mondiale sono da considerare di fatto azioni di guerra contro la Germania.
Non si spiega quindi, e nessuno lo ha mai spiegato né chiesto, perché l’Italia non fu fatta sedere come Paese vincitore alla Conferenza della Pace. Cosa che invece fu concessa alla Francia, nonostante di fatto il governo transalpino di Petain si schierò fattivamente a fianco dei tedeschi.
Sotto questo aspetto non c’è assolutamente una spiegazione che non sia quella di comodo da parte degli Alleati, e in modo particolare Gran Bretagna e Francia, che avevano interessi peculiari in Europa.
Agli Americani, infatti, interessava maggiormente il braccio di ferro con la Russia. E lasciò che gli Europei si lavassero i loro panni in famiglia.
Siamo quindi autorizzati a non abbassare più lo sguardo qualora ci imputassero colpe astruse. L’Italia in ogni caso ha dato il proprio apporto ai vincitori. E questo è un fatto assodato aldilà delle appartenenze ideologiche. La sostanza dice che militari e partigiano combatterono contro il Nazismo dal 1943 al 1945. E che all’Italia fu data dignità di cobelligerante. Ma in seguito è stata trattata da sconfitta.