Anche se in tarda primavera la macchina del turismo dovesse ripartire, non sarebbe comunque un ritorno totale alla normalità
In questo periodo, ogni anno, si comincia pensare al relax di Pasquetta, alle gite fuori porta del 25 aprile e del 1° maggio e, soprattutto, alle vacanze estive. Normalmente é tempo di prenotare alloggi, voli, traghetti. Insomma, sono i giorni in cui si comincia ad evadere mentalmente dalla routine quotidiana e a sognare un pò. Normalmente. Ma il 2020, di normale non ha niente.
Il 1° aprile il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha firmato un DPCM che estende fino al 13 dello stesso mese le misure restrittive già adottate per contenere e combattere la diffusione del Coronavirus. Ciò significa che stabilimenti balneari e tutte le attività ricettive (alberghi, b&b, villaggi turistici, campeggi) non solo dovranno restare chiusi al pubblico fino a dopo Pasqua, ma i gestori non potranno nemmeno recarsi presso la propria struttura per effettuare le attività necessarie per prepararli all’apertura.
L’epidemia di Covid-19, e conseguentemente la tutela della salute, restano il problema principale, ma non vanno sottovalutati i gravi effetti economici, che, se il Governo non interverrà tempestivamente e con misure adeguate, provocheranno il collasso del turismo.
Non sarà facile
Ci sono attività, come per esempio gli stabilimenti balneari, le cui attività di allestimento e manutenzione richiedono almeno un mese di tempo, e questo comporterà, inevitabilmente, un ritardo nell’apertura delle spiagge e della stagione estiva. Sempre che questa ci verrà concessa, perché l’ipotesi di dover dare ai turisti l’arrivederci al 2021 non é ancora del tutto scongiurata. Siamo privi di certezze. Nessuno può ancora prevedere se e quando questo terribile virus perderà la sua potenza e quando finalmente si potrà aprire quella che il Premier ha definito la “Fase 3″ ossia ls ripresa delle nostre abitudini di vita.
Anche se il turismo dovesse ripartire in tarda primavera, non sarebbe, comunque, un ritorno alla normalità totale. Ci sarebbero sempre da rispettare adempimenti straordinari di natura sanitaria come la disinfezione quotidiana dei locali, il maggiore distanziamento tra gli ombrelloni in spiaggia e tra tavolini, il divieto di organizzare eventi che facilitino assembramenti.
Molto probabilmente, secondo quanto sostengono gli infettivologi, l’emergenza Coronavirus continuerà a restare ai massimi livelli per tutta l’estate, con duplice rischio: le persone potrebbero optare per rinunciare alla vacanza; un solo episodio di contagio comporterebbe la messa in quarantena di tutti i clienti di una spiaggia o di un albergo.Inoltre, sarebbe un turismo totalmente “made in Italy”, dal momento che, essendo il Covid-19 arrivato più tardi negli altri Paesi, le frontiere saranno sicuramente ancora chiuse. Fermandosi, o comunque riducendo il proprio potenziale, le attività ricettive, di conseguenza verranno meno in proporzione i ricavi per i servizi del settore, quali agenzie di viaggi, guide, bus turistici ma anche bar e ristoranti.
Tornare alla normalità richiederà molto tempo e pazienza ma ci sono aziende che questa attesa non se la potranno permettere.