Mattarella vuole l’ultima parola sul nome del Premier
Primo atto informale del governo giallo-verde. Luigi Di Maio e Matteo Salvini, in coppia come vuole la nuova tendenza politica nata dall’accordo bicolore, saliranno il colle nel pomeriggio.
Dopo un’altra lunga notte di trattativa, il nome del Premier non è stato ancora deciso. E comne tutti avevamo immaginato questo è il vero punto dolente del “contratto” tra i due leader.
Su tutto è stata trovata una quadra. Anche se programmi e proclami della vigilia erano diametralmente opposti. Sul nome del Presidente del Consiglio, nonostante tutte le assicurazioni date dai gruppi sulla irrilevanza della “poltrona”, c’è ancora un nulla di fatto.
Sia Di Maio che Salvini non vorrebbero un nome esterno alla politica. Ad intervenire potrebbe essere il Presidente Sergio Mattarella, il quale avrebbe nel pomeriggio un ruolo, come lui stesso ha affermato nei giorni scorsi, che non si fermerebbe a quello del “notaio”.
L’impressione è però che si sia giunti al termine di questa lunga crisi. Certamente una delle più difficili della storia repubblicana del nostro Paese.
Lega e 5 Stelle ripetono che sta per nascere la terza repubblica. Ma i metodi utilizzati per la risoluzione dell’impasse ricordano fortemente la prima. Questo almeno nelle reazioni degli elettori, a quanto si evince dai social.
In serata si attende quindi la fumata bianca. Se non ci fosse si ripiomberebbe nel caos. E riprenderebbero forma le ipotesi di un governo tecnico (con poche possibilità, almeno per il momento) di ottenere la fiducia, oppure di un ritorno alle urne.
Nel frattempo Berlusconi si prepara a rientrare in Parlamento. Con la cancellazione degli effetti della Legge Severino, l’ex-cavaliere potrebbe “consigliare” a uno dei deputati eletti con l’uninominale, di ritirarsi (magari con il “promoveatur ut amoveatur”) con conseguenti elezioni nel collegio e elezione certa di Silvio.
Gli sviluppi sono imminenti.