Un’altra improbabile teoria sulla sopravvivenza del dittatore
Ogni tanto spunta qualche notizia bomba sulla redivività di Adolf Hitler. Questa volta si tratta di una fotografia che ritrarrebbe il Führer in Sudamerica.
La documentazione si troverebbe in un fascicolo della Cia che sarebbe stato aperto a seguito di un’indagine promossa dopo le dichiarazioni di un informatore.
Secondo il dossier un agente della Cia avrebbe contattato l’ipotetico Hitler il 29 settembre 1955.
Restano comunque forti dubbi circa l’autenticità della fotografia.
Il “mistero” della sopravvivenza di Hitler dopo la seconda guerra mondiale è ricorrente. Di tanto in tanto spuntano notizie che allarmano gli ambienti politici e soprattutto quelli delle intelligence. Si è trattato di un fenomeno diffuso soprattutto nei primi anni del dopoguerra. Che poi è andato ovviamente a scemare anche per il computo dell’età che l’ex dittatore tedesco dovrebbe avere nell’attualità del momento.
Le confusioni
Le voci sono anche in qualche modo alimentate dalla poca chiarezza che è stata fatta sulla fine e sui resti di Adolf Hitler, specialmente da parte dell’allora URSS e dall’attuale Russia.
I sovietici hanno sempre dichiarato di possedere i resti del Führer. La versione ufficiale recita però che i corpi di Hitler e di Eva Braun siano stati cremati. Anche se gli USA nutrono dubbi a riguardo.
A sostegno della teoria della conservazione dei resti, i Russi adducono il possesso di un teschio umano. Che però risulterebbe di una donna dell’età che andrebbe dai 20 ai 40 anni.
Ritornando alla foto, c’è da aggiungere che il fascicolo a cui appartiene, proviene da uno di quelli recentemente desegretati.
I dubbi sono però, come abbiamo anticipato, molteplici. Si ritiene, tra l’altro, che sarebbe molto improbabile che Adolf Hitler conservasse lo stesso taglio di capelli e gli stessi baffi ancora dopo 10 anni dalla sua scomparsa dalla Germania.
Il nome in codice dell’agente segreto USA autore del ritrovamento della foto è Cimelody-3.