Crescita o diminuzione? Qual è la verità su occupazione e Conti Pubblici
Secondo l’ISTAT, il tasso di disoccupazione è salito dal 6,7% del 2008 alla punta del 13,5% toccata nel primo trimestre del 2014, per poi assestarsi all’11,6% del terzo trimestre 2016. I numeri puri, rispetto ai numeri percentuali, possono avere una maggiore forza di rappresentazione.
I disoccupati nel 2008 erano 1,6 milioni, nel primo trimestre del 2014 sono più che raddoppiati arrivando a sfiorare i 3,5 milioni nel 2014 e nel 2016 sono tornati a 3 milioni.
Il tasso di disoccupazione giovanile che era pari al 21,2% nel 2008, ha avuto il picco del 46,2% nel primo trimestre del 2014, per poi scendere al 34,5% del terzo trimestre del 2016. Nel 2008 i giovani disoccupati fra i 15 e i 24 anni erano 388 mila e, nei dieci anni successivi sono diventati 743 mila per poi calare nel terzo trimestre 2016 a 543 mila.
Dati impressionanti in cui l’ Italia, come al solito, risulta essere tra le peggiori d’Europa.
La politica del lavoro intrapresa in questo decennio ed il famoso Jobs act , hanno determinato un sistema senza una precisa fisionomia, causando instabilità, gravi disagi sociali e generando un vero campo di battaglia sul piano politico in cui, cosa estremamente grave, il cittadino è stato spettatore pur essendo parte lesa. Pensate che nel documento che verra’ passato ai raggi X dalla Commissione Ue nei prossimi mesi comparirà un termine inusuale per il freddo linguaggio degli economisti: “ scoraggiamento”.
Esso si riferisce al tasso di mancata partecipazione al lavoro, che misura la quota di chi non ha più nemmeno la forza di cercare un occupazione.
Passando ad esaminare i conti pubblici la situazione non è certo migliore. Possiamo innanzi tutto sottolineare il fatto che il debito pubblico è cresciuto da febbraio 2013 a novembre 2016 di oltre 211 miliardi passando da 2.018 miliardi a 2.229 miliardi con un incremento superiore al 10%.
Questo nonostante i massicci interventi della banca d’Italia che ha costantemente aumentato gli acquisti in titoli di Stato ed il calo del fabbisogno delle amministrazioni pubbliche di oltre 5 miliardi. Conosciamo bene quanto quest’ultimo dato abbia pesato sulla qualità della vita di ogni cittatino. Basta girare le strade dell’entroterra della Provincia di Imperia per rendersene conto.